Baci da Cantamerlo

La domanda è se data un minuscola borgata diroccata e in stato di abbandono da anni e date risorse umane ed economiche scarse si può iniziare una campagna di recupero.

La risposta, nel nostro caso, è naturalmente si. La borgata in questione è Cascina Cantamerlo, nel comune di Gravere, sopra Susa.

inquadramento territoriale
inquadramento territoriale

Il luogo ci è piaciuto e, senza nessun committente, abbiamo pensato ad un progetto, o almeno a quello che dovrebbe essere l’inizio di un progetto.

Individuato tra i fabbricati quello più diroccato abbiamo pensato e progettato un’architettura che vi si calasse al suo interno e che gli desse una funzione, che iniziasse a rendere quei muri di pietra diroccati allettanti.

planimetria del complesso con evidenziata l'area di intervento
planimetria del complesso con evidenziata l’area di intervento

 

vista generale del complesso di baite
vista generale del complesso di baite

Il complesso di case visto dalla vicina Borgata Arnodera si presenta immerso nel verde delle vigne ed affacciato sulla vicina città di Susa.

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Qui sopra delle immagini del rudere oggetto del progetto.

Il progetto è stato nel cassetto fino a quando non lo abbiamo proposto ad un bando del “GAL – Escartons e Valli Valdesi” e lo abbiamo vinto. Abbiamo vinto il finanziamento che copre metà delle spese necessarie a realizzarlo.

Il bando è stato presentato di concerto con i proprietari del rudere, l’Associazione ESALP (Ilio Amisano) e l’Associazione Etinomia (Daniele Forte). L’idea è quella di rendere accessibile questa porzione di borgata con degli interventi di messa in sicurezza e di attrezzarla con delle strutture aperte che ne rendano pubblico l’uso. Le strutture sono neutre, possono essere usate come luogo di sosta temporanea, affaccio privilegiato sulla valle sottostante, nido d’amore dove andare a baciarsi, piccolo teatro all’aperto per concerti o poco affollate rappresentazioni teatrali o ancora luogo didattico per lezioni all’aperto.

E’ poco ce ne rendiamo conto ma l’operazione vuole proporsi come progetto pilota e come esperimento di alternativa al recupero per fini abitativi dei manufatti delle terre alte.

E’ un’architettura che vuole essere felice e che vuole allettare i visitatori con la speranza che non tutto è rovina.

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Il corpo di fabbrica più a valle viene allestito con un solaio in legno che funge da terrazza, belvedere, palco, area picnic etc etc.

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Il corpo di fabbrica più a monte si affaccia sulla parte sottostante con una gradinata in legno che si appoggia su una “scarpa” in materiale lapideo che ha anche la funzione di contrastare la spinta del muro a monte.

Da oggi la sfida sarà trovare la restante metà dei soldi e poi far vivere quel luogo in modo che il nostro seme germogli e si radichi negli edifici adiacenti.

Chiudo con una citazione dal n. 153 di Lotus international che a pag. 50 introduce una serie di articoli così:

LO SPAZIO CONDIVISO

La volontà e il desiderio di creare uno spazio comune, utilizzabile da tutti, può diventare in alcuni casi lo strumento grazie al quale un luogo viene trasformato, e una data situazione muta in modo radicale. Si tratta talvolta di piccoli interventi in cui si predispongono veri e propri esempi di “commons” secondo il significato originale del termine, in cui un dato spazio vuoto, una certa risorsa, una certa funzione rimangono in parte indeterminati nell’uso e a disposizione di tutti i membri di una comunità.

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